Non ho mai perso la fede

Mi chiamo Renato, ho 47 anni sono sposato e ho tre splendidi figli.

La mia storia comincia molti anni fa esattamente nel 1994 quando scoprii di avere un carcinoma tiroideo… fui operato ben due volte e poi seguirono i classici follow up previsti per questa patologia. Tornai quindi al mio lavoro che era quello di assistente di volo in Alitalia e tutto sembrava tornato alla normalità.

Nell’ estate del 2008 cominciai ad avvertire dolori lombari, ma pensai che fossero dovuti al lavoro che svolgevo visti i continui decolli e atterraggi ai quali era sottoposta la mia schiena. Dopo circa sei mesi poiché i dolori non passavano, decisi di sottopormi ad una risonanza magnetica, la quale mise in evidenza una frattura vertebrale che venne ben presto diagnosticata come secondarietà scheletrica del carcinoma tiroideo.Successivi esami misero in evidenza ulteriori secondarietà a carico di varie parti scheletriche le quali tuttavia non destavano preoccupazione immediata.

Immaginate quindi che sorpresa e che stato d’animo colpì la mia famiglia per non farmi mancare niente, ci si mise anche la crisi della mia azienda che decise di mettere in cassa integrazione migliaia di lavoratori e io ero tra questi….quindi nel giro di due mesi la mia vita era cambiata radicalmente…una cosa, però, non persi mai la fede! Gesù è sempre rimasto con me ! A lui ho affidato tutte le mie pene e le mie preoccupazioni in cambio ho avuto quella pace nel cuore che mi ha permesso di affrontare con grande serenità tutto il mio percorso.

Seguii un’unica strada che mi portò dal Professor Maini, primario e direttore del centro di medicina nucleare dell’Ifo di Roma, il quale, vista la delicatezza della situazione e la necessità di intervenire in tempi brevi, chiamò a consulto il Professor Biagini, primario del reparto di oncologia ortopedica. Il Prof. Biagini decise di intervenire.. e senza tanti preamboli mi mise al corrente di cosa andavo in contro ma io, seppur impaurito.. mi affidai senza ripensamenti.

Fui quindi operato in due tempi: una stabilizzazione vertebrale e dopo quindici(?) giorni un secondo intervento per l’asportazione della massa tumorale e conseguente ricostruzione vertebrale. La mia degenza in ospedale fu contraddistinta principalmente dall’amore della mia famiglia, soprattutto di mia moglie Marina… la mia luce di vita, dalla vicinanza di tantissimi amici e dalla professionalità e disponibilità di tutto il personale ospedaliero. Ma in particolare conobbi una ragazza, che oggi è la presidente della nostra associazione, con la quale mi sentii subito sulla stessa lunghezza d’onda, per un semplice motivo…sapeva leggere nei miei pensieri perché anche lei era passata per un’esperienza simile. Seguirono dei cicli di terapia radio metabolica che a distanza di due anni continuo a fare in quanto persistono alcune metastasi scheletriche.

Sono sempre in cura presso l’IFO e ringrazio in particolar modo il Prof. Maini e la Dottoressa Sciuto, rispettivamente primario e responsabile del reparto di Medicina Nucleare nel quale ormai sono di casa.

Un grazie speciale, pieno di riconoscenza al Prof Biagini e ai suoi vice Salducca e Favale e al dott. Zoccali con i quali il rapporto è straordinario. Dopo la mia convalescenza ho sentito forte il desiderio di mettermi a disposizione di coloro i quali cominciano un percorso "difficile" ho sempre pensato che se il Signore mi voleva ancora in piedi non era certo per continuare a fare la vita di prima.

La conferma è arrivata dopo il mio primo viaggio a Medjugorje dove ho affidato a Maria la nostra associazione…e mentre parlavo con un sacerdote, scendendo dal monte delle apparizioni, il quale mi chiedeva come mi rapportavo con i malati e come riuscivo a superare le barriere psicologiche, io risposi semplicemente: "Guardando in loro Gesù!" Pochi giorni dopo una parte del messaggio mensile di Maria diceva: " Se volete conoscere voi stessi dovete prima conoscere mio Figlio… se volete conoscere gli altri dovete guardare in loro mio Figlio" fu un segno limpido che la strada era quella giusta ! Nonostante tutto sono tornato ad avere una buona qualità di vita, che trascorro con la mia famiglia e ad aiutare , attraverso la nostra associazione chi come me, si appresta ad attraversare un "incrocio di vita" un po’ difficile.

Quando ci sentiamo abbandonati dalla terra e dal cielo, quando la preghiera non ci consola più e tutto sembra ingoiato dalla notte oscura… anzi è allora, è proprio allora, che Egli sta alla porta e bussa è allora, proprio alloa, nel nostro/Suo Getsemani, che la comunicazione fra Dio e uomo diventa Comunione in Cristo Gesù!

 

Renato